Si tratta di sindromi dolorose della parte anteriore o piu raramente posteriore della caviglia che compaiono quando ad ogni movimento articolare due strutture fibrose oppure scheletriche entrano in conflitto tra loro urtando ripetutamente.

Nelle sindromi da impingment fibrose La causa è frequentemente post-traumatica. A seguito di ripetuti episodi distorsivi la capsula articolare si ipertrofizza dando vita ad una sinovite localizzata, che con il tempo si trasforma in una struttura fibrotica occupante spazio, che ostacola il normale movimento articolare, e procura dolore al paziente.

Nelle sindromi da impingment scheletriche, il conflitto è invece creato dalla neoformazione di spine ossee, o osteofiti osteo-cartilaginei che si formano per microtraumi ripetuti, che comportano anch’essi dolore e limitazione della normale escursione articolare, specie in flessione dorsale, con ripetuti episodi di versamento articolare.

La sindrome da impingment anteriore, in cui il conflitto è provocato dalla flessione dorsale del piede che mette a contatto tra loro schiacciandole le strutture patologiche è la più frequente.
si distingue a seconda del lato in cui è presente il conflitto in impingment antero-laterale, all’angolo tra malleolo esterno e caviglia

e impingment mediale, accanto al malleolo interno.

Nella sindrome da impingment posteriore al contrario il dolore è presente dietro alla caviglia,

accentuato dall’estensione della caviglia che mette in conflitto la porzione posteriore dell’astragalo con tendini e legamenti o un osso soprannumerario (os trigonum) contro il malleolo tibiale posteriore, tipica patologia dei ballerini o degli sportivi che praticano attività con movimenti ripetuti sulle punte.


Diagnosi

è clinica e strumentale.

La tac e l’indagine radiografica in specifiche proiezioni evidenziano molto accuratamente le lesioni scheletriche mentre la risonanza magneticaevidenzia le lesioni fibrose.

Trattamento

è sempre inizialmente

CONSERVATIVO

Consiste in infiltrazioni di acido ialuronico e gel piastrinico, oltre a fisioterapia specifica.
Nei casi resistenti alla terapia conservativa è indicata la SOLUZIONE CHIRURGICA, che consiste nell’asportare per via artroscopica con appositi strumenti, le strutture patologiche, in questo caso l’osteofita tibiale anteriore.


Il recupero è immediato, da subito il paziente percepisce l’escursione articolare piu fluida e senza dolore per l’avvenuta rimozione meccanica del problema.
La deambulazione e il carico vengono concessi immediatamente, l’attività sportiva può essere ripresa dopo 20 giorni circa.